Alessandra Valeri Manera

e Kiss me Licia

Sailor Moon, aprile 1997

A cura di Nicola Bartolini Carrassi

C’era da aspettarselo! La notizia che in questo numero avreste trovato un mega reportage su Licia ha scatenato tantissimi lettori che hanno cominciato a bombardarci con lettere, fax, telefonate e addirittura telegrammi. In questo numero vi mostreremo esattamente cosa accadde dieci anni fa, nel 1986, con l’arrivo sugli schermi di Love me Licia…
Ancora una volta ha trafitto il cuore di milioni di telespettatori. Il cartone animato giapponese Kiss me Licia è stato riproposto in Bim Bum Bam ottenendo ascolti altissimi. Eppure, la serie ha più di undici anni… ancora attuali, appassionanti e irresistibili, le avventure di Licia sono motivo di soddisfazione per Alessandra Valeri Manera, la manager che le ha portate in Italia. E’ lei l’autrice della colonna sonora e delle appassionanti serie che sono seguite a Kiss me Licia, e noi l’abbiamo incontrata nel suo ufficio a Cologno Monzese.

D. Ricorda il suo primo incontro con Licia?
R. Certo, benissimo! Allora i cartoni andavano in onda alle 20 su Italia Uno. Quando acquisimmo Licia, tutti i programmi per l'inverno erano già stato decisi: avremmo dovuto aspettare la primavera per trasmettere le sue avventure. Vedendole, però, decidemmo di sconvolgere la programmazione di inserire Kiss me Licia in palinsesto. Nessuno credeva che questa fosse una buona idea...

D. E invece?
R. Licia funzionò benissimo, ripagandoci della fiducia che avevamo avuto nel programma.

D. Si trattava di proporre un nuovo genere di cartone animato, diverso da tutti quelli che lo avevano preceduto...
R. Era un nuovo genere. Per la prima volta si doveva trovare il coraggio di mettere in onda un cartone animato come quello nelle fasce più importanti. Il fatto che avesse un background giapponese molto accentuato lasciava perplesse molte persone. Personalmente, ero convinta che la sceneggiatura fosse tanto avvincente dar far passare in secondo piano l'ambientazione nipponica. I personaggi avevano una grande personalità.

D. La decisione di adattare le canzoni dei Bee Hive in italiano, quindi, fu la scommessa per un successo anche discografico?
R. No. Devo dire che noi non lasciamo mai le canzoni all'interno dei programmi in lingua originale, sia che si tratti di pezzi giapponesi, sia che si tratti di brani in inglese. Nel caso di Licia, poi, l'aspetto musicale era parte integrante della storia. Fu perciò necessario adattarle e molti non credevano neppure in questa operazione, dicevano che non avrebbe mai funzionato...

D. Al momento della messa in onda non c'era in progetto un disco?
R. Assolutamente no! Facemmo questi adattamenti, ma senza ambizioni discografiche. La compilation venne messa in commercio con la seconda programmazione di Licia, tra l'altro in concomitanza con il festival di Sanremo.
Sotto l'aspetto distributivo e promozionale non avremmo potuto scegliere un momento peggiore! Eppure, fortuna per noi, il caso sconvolse ogni logica.

D. Dalla pubblicazione di un disco alla trasmissione di Kiss me Licia in telefilm il salto è stato grande?
R. Noi volevamo continuare, oltretutto la storia non aveva un conclusione nel cartone animato: Mirko partiva per gli Stati Uniti, mentre Licia rimaneva ad aspettarlo. Purtroppo, non trovammo un modo per poterlo produrre ancora in animazione, così non restò che l'alternativa dei telefilm: la storia si adattava a una continuazione del genere. E' stata la prima volta in Europa che si è passati da un cartone a un telefilm. Fu una grande soddisfazione lavorare in Italia, con troupe e cast nostrani.

D. Costò molto riproporre scenografie e costumi fedeli al cartone, soprattutto in termini di impegno?
R. Nella prima serie, Gian Luigi Mangano ricostruì perfettamente il ristorante di Marrabbio, le camere dei due protagonisti e la sala prove.

D. Per interpretare Licia fu scelta Cristina D'Avena come protagonista. Una decisione senza dubbi?
R. Volevamo mostrare finalmente il volto di Cristina. Tutti conoscevano la sua voce, ma pochi l'avevano vista di persona; inoltre, Cristina assomigliava tantissimo a Licia. Insomma, era la persona giusta arrivata al momento giusto.
La decisione di affidare la parte a lei fu immediata e su questo fummo tutti d'accordo.

D. Le prime due serie si sono mantenuti uguali al cartone poi, dopo Licia dolce Licia, in Teneramente Licia (1988) sono cambiate molte cose. Come mai?
R. Mirko e Licia alla fine della seconda serie si sposano. Il tempo passa anche per i personaggi di un telefilm. Crescevano, c'erano nuove esigenze. Rispetto alla serie, però, non parlerei di cambiamento, ma di sviluppo.

D. E' successo anche con la colonna sonora: lo stile del gruppo è cambiato con il tempo.
R. La prima compilation del telefilm doveva riprendere in pieno lo stile dei Bee Hive. Ma con Licia dolce Licia, la melodia cominciò, se vogliamo, a evolversi... Inizialmente non volevamo che il passaggio dal cartone al telefilm fosse troppo brusco, ma poi cominciammo a sentirci più liberi.

D. Con la terza serie si assiste al debutto di Licia come cantante...
R. Proprio per questo dovevamo trovare un punto di contatto tra lo stile dei Bee Hive e quello di Cristina. Le lettere e le richieste del pubblico aumentavano: volevano assolutamente che Licia cantasse nella banD... Di fatto, tutte le scelte sono nate in realtà per accontentare il pubblico dei giovani e giovanissimi: sono sempre loro che in un certo senso ci guidano, e noi cerchiamo di non dimenticarlo mai.

D. Facciamo un bilancio: quale delle quattro serie di Licia apprezza maggiormente?
R. Non credo di preferirne una. La prima serie è stata sicuramente la più faticosa, come una macchina che deve essere rodata. Love me Licia è stato girato ad agosto: i tempi erano stretti, il caldo insopportabile e, come se non bastasse, era impossibile trovare qualcuno in città in caso di bisogno.
Quando decidemmo di imbarcarsi nell'avventura telefilm, programmammo la partenza per settembre: una vera e propria scommessa contro il tempo.

D. Nel 1989, con Balliamo e cantiamo con Licia, si decide di stoppare la serie nonostante la popolarità crescente... come mai questa decisione?
R. A quel punto, dopo oltre 150 episodi, i personaggi erano troppo immersi nel tran tran della vita quotidiana. La forza di questa serie è stata sicuramente il fatto che per la prima volta si è trattato di un tema d'amore con personaggi credibili. Un cantante rock come Mirko era sicuramente un personaggio che poteva essere visto come trasgressivo pur restando un bravissimo ragazzo che si prendeva cura del fratellino.
Licia era esattamente l'opposto, controllata dal padre, sempre disponibile... Avevamo questi due personaggi agli antipodi. Sul finire della quarta serie siamo arrivati a un punto che tutto questo si era perso... Andando avanti avremmo forzato i personaggi.

D. Lei ha seguito passo passo la produzione per quattro serie. Ricorda degli episodi particolarmente simpatici?
R. Ricordo molto bene la sequenza del matrimonio, perché fu una cosa lunga da girare e con parecchi problemi tecnici. Cristina non poteva sedersi, altrimenti l'abito da sposa si sarebbe stropicciato, così, dalle nove del mattino fino alla sera, dovette rimanere in piedi... Alla fine delle riprese era stravolta! Capitò poi di scrivere una sequenza in cui Cristina avrebbe dovuto nascondersi in un armadio. Lei soffre di claustrofobia e quando arrivò il momento di rinchiuderla non ci riuscimmo... Alla fine ne costruimmo uno finto, aperto sul retro.

D. Nel complesso, il telefilm è stato un'esperienza positiva?
R. Ricordo Licia come una produzione vissuta molto serenamente sul set. Tutti erano affiatati, non ci furono problemi tra gli attori professionisti e quelli al loro primo ciak. Nella prima serie, le problematiche furono tantissime, bella seconda ridotte a metà, nella terza tutto liscio. Se un domani mi chiedessero di ripetere l'esperienza di Licia, lo rifarei subito senza esitazioni.

D. Quattro dischi, oltre una trentina di canzoni, delle quali lei ha scritto i testi. E' legata particolarmente a una di queste?
R. In realtà, la canzone che mi piace di più tra tutte è Andrea, perché una storia molto particolare. Fu un pezzo scritto di getto. Magari ci sono delle canzoni più importanti, ma che alla fine non riescono a far nascere le stesse emozioni. Andrea è stata una pietra miliare...

D. Per Andrea ci fu una grande attesa, perché la canzone fu cantata nella prima serie, ma venne inserita nel secondo disco.
R. Il pezzo di Andrea decidemmo di farlo in seguito. Fui contenta di sapere che il pubblico l'aveva apprezzato, perché tuttora sono ancora molto affezionata a questo brano.