Alessandra Valeri Manera nasce
a Milano il 21 Novembre 1956 da genitori veneziani; per più di 20
anni il suo nome è stato uno dei più importanti all'interno del
Gruppo Mediaset. A tale nome corrispondono vari ruoli ricoperti nel
corso degli anni '80 e '90, tra i quali emerge quello di
capostruttura della fascia ragazzi delle Reti del biscione, a cui si
aggiungono quello di autrice di testi per sigle di cartoni animati e
di canzoni per bambini e quello di ideatrice e produttrice di serie
televisive e programmi per l'infanzia.
Valeri Manera iniziò la sua avventura in qualità di giornalista
professionista, ma presto, nel 1980 all'età di 23 anni, divenne
responsabile della programmazione per ragazzi delle Reti Fininvest.
Inizialmente si occupò di uno spazio di mezz'ora su un'unica rete
(poi esteso ad un'ora), ma con l'acquisizione di Italia Uno e
successivamente di Retequattro, e quindi con conseguente crescita
dell'azienda, la fascia ragazzi assunse un ruolo ben più importante.
L'intento
di Valeri Manera fu subito quello di costruire una tv dei ragazzi
solida e ricca di contenuti, che potesse costituire un competitor
effettivo della controparte Rai; i primi programmi per bambini
curati da Valeri Manera avevano come protagonista il draghetto
Five, mascotte ufficiale di Canale 5, successivamente
approdarono sulle reti Fininvest gli storici programmi-contenitore
Bim Bum Bam e
Ciao Ciao, che Valeri Manera curò fino al 2000, anno della
loro scomparsa dagli schermi televisivi.
Nel 1981
Valeri Manera andò in cerca, presso l'Antoniano di Bologna, di una
giovane voce femminile che potesse interpretare le sigle dei nuovi
cartoni animati proposti dal network: il maestro Giordano Bruno
Martelli fece il nome di Cristina D'Avena, una ragazza
diciassettenne che negli anni passati aveva già interpretato alcuni
pezzi da solista allo Zecchino d'Oro. La ragazza venne sottoposta ad
un provino discografico e, sul finire del 1981, incise la canzone
Bambino Pinocchio, sigla del cartone animato nippo-tedesco
Pinocchio. Da questo momento il nome di Alessandra Valeri Manera
rimase professionalmente associato in modo indissolubile a quello
di Cristina D'Avena, alla quale ancora oggi è legata da un rapporto
di sincera amicizia. La passione per la musica, in particolare per
la chitarra, portò Valeri Manera a divenire, l'anno seguente, anche
autrice dei testi delle sigle dei cartoni animati e, salvo rare
eccezioni, scrisse le parole di tutte le sigle dei nuovi cartoni in
onda fino al 2003: più di 800. La prima fu Canzone dei
Puffi.
« La cosa è nata per
caso con la Canzone dei Puffi circa due anni fa. La canzone esisteva
già, ma bisognava fare il testo italiano poiché il testo originale
era francese. »
(A. V. Manera,
intervista tratta dal Corriere dei Piccoli n. 14, 1984)
Il
brano, riarrangiato dal maestro Augusto Martelli, figlio di Giordano
Bruno, riscosse un enorme successo, rimanendo in hit-parade per due
mesi di seguito e aggiudicandosi il primo Disco d'Oro, ma questo fu
solo l'inizio di una lunghissima serie di sigle scritte da Valeri
Manera: dai pezzi storici ancora oggi ricordati con affetto da tutti
e ricercati da numerosi collezionisti, a quelli più recenti
apprezzati dalla nuova generazione: I ragazzi della Senna nel 1983, Pollon, Pollon combinaguai
e Georgie nel 1984, Kiss me Licia, Occhi di gatto e L'incantevole
Creamy nel 1985,
Mila e Shiro due cuori nella pallavolo e Memole dolce
Memole nel 1986,
Jem nel 1987, È quasi magia, Johnny! nel 1989, Il
mistero della pietra azzurra nel 1991, Sailor Moon nel
1995, Piccoli problemi di cuore e Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo
nel 1997, Dragon Ball nel 1999, Pokémon e Rossana
nel 2000,
All'arrembaggio! nel 2001, Hamtaro piccoli criceti, grandi
avventure
nel 2002, Mirmo nel 2005, Le avventure di Piggley Winks
nel 2007,
Gormiti che miti nel 2008 sono solamente alcune delle sigle
di maggiore successo.
Nel
1983 fu pubblicato da Five Record, etichetta discografica del Gruppo
Fininvest, il primo album di quella che diventerà una longeva
collana destinata a contenere le sigle dei cartoni animati in onda
sulle Reti del biscione: un appuntamento fisso dell'autunno a
cadenza annuale dal titolo Fivelandia, di cui Valeri Manera
divenne presto produttrice e direttrice artistica, per poi mantenere
questo ruolo fino all'ultimo volume, il 22, pubblicato nel 2004.
I primi palinsesti costruiti da Valeri
Manera proponevano serie animate licenziate da altre aziende (tra
cui Doro TV Merchandising e ITB Italian TV Broadcasting), adattate e
doppiate soprattutto a Roma, che la ragazza aveva il compito di
scegliere per la fascia pomeridiana di Canale 5: I Puffi e
Charlie Brown furono solo due dei primi successi che Valeri
Manera portò nella sua fascia ragazzi.
« Scelgo i cartoni
animati e metto in piedi tutti i programmi per ragazzi che Canale 5
trasmette, i personaggi a cui sono più affezionata sono i Puffi,
Laura e
Charlie Brown anche perché li ho portati io a Canale 5, ma ce
ne sono ancora. (...) Poi arriverà Lucy, una simpatica ragazzina
e... sorpresa! Le storie di Hazzard a cartoni animati. »
(A.
V. Manera,
intervista tratta dal
Corriere dei Piccoli, 1982)
Ma non appena l'azienda milanese fu
altrettanto pronta a sviluppare un sistema autonomo di importazione
e adattamento, tra i ruoli di Valeri Manera nacque anche quello di
scegliere e importare, direttamente dal paese d'origine, le serie
d'animazione da trasmettere, che poi l'azienda avrebbe provveduto ad
adattare e doppiare a Milano. Le prime serie curate direttamente da
Fininvest - che Valeri Manera importò dal Giappone inaugurando la
library del gruppo, oggi ricchissima di serie animate di grande
qualità e varietà - furono L'incantevole Creamy, Le
avventure della dolce Kati,
Evelyn e la magia di un sogno d'amore, ma soprattutto Kiss
me Licia, una serie che in breve tempo divenne un cult
dell'animazione giapponese in Italia e il cui successo favorì la
messa in onda di numerose repliche nel corso degli ultimi 20 anni.
« Allora i cartoni
andavano in onda alle 20 su Italia Uno. Quando acquistammo Licia,
tutti i programmi per l'inverno erano già stati decisi: avremmo
dovuto aspettare la primavera per trasmettere le sue avventure.
Vedendole, però, decidemmo di sconvolgere la programmazione e di
inserire "Kiss me Licia" in palinsesto. Nessuno credeva che questa
fosse una buona idea... E invece Licia funzionò benissimo,
ripagandoci della fiducia che avevamo avuto nel programma. Era un
nuovo genere. Per la prima volta si doveva trovare il coraggio di
mettere in onda un cartone animato come quello nelle fasce più
importanti. (...) La forza di questa serie è stata sicuramente il
fatto che per la prima volta si è trattato di un tema d'amore con
personaggi credibili. Un cantante rock come Mirko era sicuramente un
personaggio che poteva essere visto come trasgressivo pur restando
un bravissimo ragazzo che si prendeva cura del fratellino. Licia era
esattamente l'opposto, controllata dal padre, sempre disponibile...
Avevamo questi due personaggi agli antipodi. »
(A. V. Manera,
intervista tratta dalla rivista
Sailor Moon, Aprile 1997)
Inoltre, a partire dalla serie
Lucy-May, Valeri Manera portò nella sua
fascia ragazzi tutte le serie animate della linea
WMT (The World Masterpiece Theater) prodotte da Nippon
Animation fino al 1997, produzioni animate tratte dai classici della
letteratura occidentale per ragazzi che costituiranno uno dei
maggiori punti di forza della tv di qualità della gestione “Valeri
Manera”. Tra le altre Sui monti con Annette, Lovely Sara,
Pollyanna, Una per tutte, tutte per una (Piccole Donne),
Piccolo Lord, Peter Pan, Papà Gambalunga,
Cantiamo insieme, Un oceano di avventure e
Spicchi di cielo tra baffi di fumo.
A partire dal 1984, con Pollon,
Pollon combinaguai, per alcune sigle Valeri Manera decise di
firmarsi con lo pseudonimo Alinvest, dato dalla contrazione
del suo nome con quello dell'azienda, che negli anni '90 l’autrice
utilizzerà principalmente per firmare le sigle scritte per i cartoni
animati in onda su Italia 7.
Un
anno dopo aver iniziato a scrivere i testi delle sigle dei cartoni
animati partì, allo stesso modo, anche la sua avventura allo
Zecchino d'Oro, che nel 1983 e nel 1984 la vide impegnata
nell'adattamento in italiano dei testi di brani stranieri,
esattamente com'era accaduto con le prime canzoni dei Puffi:
si trattava del brano Tinghelinghelin e del canto
tradizionale Dormi, mio bel piccino, riarrangiato dai
Martelli.
Nel 1985 Valeri Manera proseguì nella
traduzione in italiano di canzoni straniere; questa volta però si
trattava dei brani interni ad alcune serie animate, tra cui i pezzi
cantati dai protagonisti de
L'incantevole Creamy e Kiss me Licia. L'idea di
produrre un album con queste canzoni fu ritenuta dai dirigenti della
casa discografica un'operazione commercialmente rischiosa, ma Valeri
Manera volle a tutti i costi produrre un LP dal titolo Kiss me
Licia e i Bee Hive, che otterrà un successo strepitoso,
sorprendendo tutti: sarà questo il primo Disco di Platino.
« Nel caso di Licia
l'aspetto musicale era parte integrante della storia. Fu perciò
necessario adattare le canzoni e molti non credevano neppure in
questa operazione, dicevano che non avrebbe mai funzionato. (...)
Facemmo questi adattamenti, ma senza ambizioni discografiche. La
compilation venne messa in commercio con la seconda programmazione
di Licia, tra l'altro in concomitanza con il Festival di Sanremo.
Sotto l'aspetto distributivo e promozionale non avremmo potuto
scegliere un momento peggiore! Eppure, fortuna per noi, il caso
sconvolse ogni logica. »
(A. V. Manera,
intervista tratta dalla rivista
Sailor Moon, Aprile 1997)
Questi suoi testi furono, negli anni
successivi, presi come modelli per la realizzazione delle versioni
francesi e spagnole di questi pezzi.
Sempre
nel 1985 Valeri Manera scrisse il testo di un pezzo pensato per la
soubrette Tiziana Più:
Don’t run away, su musica di Augusto Martelli e pubblicato su
etichetta Five Record.
Nel 1986 la conclusione delle vicende del cartone
giapponese Kiss me Licia suscitò numerose
proteste da parte del giovane pubblico di Italia Uno. Fu
qui che Valeri Manera ebbe l'intuizione di realizzare
una serie televisiva con attori in carne e ossa che
potesse dare un seguito alle vicende dei protagonisti
della serie animata: nacque così il telefilm
Love me Licia.
« Noi volevamo continuare, oltretutto la
storia non aveva una conclusione nel cartone animato: Mirko partiva
per gli Stati Uniti, mentre Licia rimaneva ad aspettarlo. Purtroppo,
non trovammo un modo per poterlo produrre ancora in animazione, così
non restò che l'alternativa del telefilm: la storia si adattava a
una continuazione del genere. E' stata la prima volta in Europa che
si è passati da un cartone a un telefilm. Fu una grande
soddisfazione lavorare in Italia, con troupe e cast nostrani. (...)
Ricordo Licia come una produzione vissuta molto serenamente
sul set. Tutti erano affiatati, non ci furono problemi tra gli
attori professionisti e quelli al loro primo ciak. Nella prima serie
le problematiche furono tantissime, nella seconda ridotte a metà,
nella terza tutto liscio. Se un domani mi chiedessero di ripetere
l'esperienza di Licia, lo rifarei subito senza esitazioni. »
(A. V. Manera, intervista tratta
dalla rivista Sailor Moon, Aprile 1997)
Per la parte di Licia, Valeri Manera pensò di sfruttare il volto di
Cristina
D'Avena che recitando nel ruolo della protagonista raggiunse una
popolarità ulteriore a quella già acquisita negli anni precedenti
interpretando le sigle dei cartoni animati. Successivamente, Valeri
Manera produsse altre 3 serie dedicate a Licia: Licia dolce Licia
(1987),
Teneramente Licia (1987) e Balliamo e cantiamo con Licia
(1988).
« Ricordo molto bene la sequenza del matrimonio, perché fu una cosa
lunga da girare e con parecchi problemi tecnici. Cristina non poteva
sedersi, altrimenti l'abito da sposta si sarebbe stropicciato, così,
dalle nove del mattino fino alla sera, dovette rimanere in piedi...
Alla fine delle riprese era stravolta! Capitò poi di scrivere una
sequenza in cui Cristina avrebbe dovuto nascondersi in un armadio.
Lei soffre di claustrofobia, e quando arrivò il momento di
rinchiuderla, non ci riuscimmo... Alla fine ne costruimmo uno finto,
aperto sul retro. »
( A. V. Manera,
intervista tratta dalla rivista
Sailor Moon,
Aprile 1997)
Con la fine della quarta serie, pensò di mettere in scena Cristina
D'Avena stessa ispirandosi alla sua realtà quotidiana, divisa tra
gli studi universitari alla Facoltà di Medicina e il lavoro di
cantante; nacque così uno spin-off dal titolo Arriva Cristina,
al quale seguirono nuovamente 3 serie di successo: Cristina
(1989), Cri Cri (1990) e
Cristina, l'Europa siamo noi (1991).
« La canzone che mi piace di più tra tutte è
Andrea, perché ha una storia molto particolare. Fu un pezzo
scritto di getto. Magari ci sono canzoni più importanti, ma che alla
fine non riescono a far nascere le stesse emozioni. Andrea è
stata una pietra miliare... Il pezzo di Andrea decidemmo di farlo in
seguito. Fui contenta di sapere che il pubblico l'aveva apprezzato,
perché tuttora sono ancora molto affezionata a questo brano. »
( A. V. Manera,
intervista tratta dalla rivista
Sailor Moon,
Aprile 1997)
Valeri
Manera intuì che il successo di queste serie di telefilm era dato in
buona parte dalla loro natura musicale, così, per ognuna di queste 8
serie tv, venne prodotto un disco contenente la colonna sonora;
alcuni di questi divennero nuovamente Disco di Platino. Fu in questo
ambito che Valeri Manera poté uscire dai soliti schemi dei testi
precedentemente composti: se fino ad allora i testi delle sue sigle
erano principalmente rivolti ad un pubblico infantile, da questo
momento l’autrice poté sfruttare l'occasione per scrivere, sulle
musiche di Giordano Bruno Martelli e Carmelo Carucci, canzoni
destinate ad un pubblico preadolescenziale: le canzoni delle serie di
Licia avevano come tematica principale l'amore, in cui si
raggiungevano spesso momenti di assoluta liricità, mentre nelle
canzoni delle serie di Cristina Valeri Manera affrontò altre
tematiche legate all'adolescenza come l'insicurezza, i sogni, le
aspirazioni, la solitudine e l'emarginazione. L'autrice decise di
evidenziare questi temi in modo ancora più marcato nell'ultima
serie, Cristina, l'Europa siamo noi, già a partire dalle
sigle. Inizialmente l'idea era quella di creare un pezzo fresco e
brioso come le sigle delle 3 serie precedenti, ma l'idea fu scartata
in seguito alla scelta di scrivere due canzoni di stampo più adulto.
Nacquero così L'Europa siamo noi e I nonni ascoltano,
mentre il pezzo proposto inizialmente si limitò dapprima a far parte
semplicemente della colonna sonora del telefilm in versione
strumentale, poi divenne la sigla Bentornato Topo Gigio.
A metà anni '80 la Rai ridusse di gran lunga lo spazio riservato ai
cartoni animati nipponici, le aziende come la stessa Doro TV
Merchandising
cessarono di acquistare e importare serie dal Giappone e le reti
locali cominciarono a infarcirsi di repliche: ormai la concorrenza
più forte era volontariamente scomparsa e l'unica tv dei ragazzi che
rimaneva in piedi era quella curata da Valeri Manera. Era questo il periodo
d'oro della tv da lei costruita, frutto di un lavoro incessante e
coerente.
« Alessandra Valeri Manera è sicuramente la
persona più importante, è la persona che mi ha dato anche la
possibilità di fare queste sigle, perché era lei il produttore e era
lei che decideva tutto. Alessandra è una donna molto in gamba, molto
determinata e poi ha un duplice aspetto, molto positivo: era una
grande manager molto rispettata e allo stesso tempo riusciva ad
essere una brava artista perché scriveva i testi, non è comune
riuscirci perché il manager è una persona molto quadrata, lei
riusciva ad essere una manager in azienda e allo stesso tempo a
scrivere dei testi, a dare dei messaggi, perché poi era molto
delicata nello scrivere, doveva scrivere dei testi per bambini
quindi aveva una grande responsabilità. Io la stimo ancora, non la
vedo da tanto tempo, ma è una persona sicuramente positiva. »
(Silvio Amato, musicista e
collaboratore, intervista tratta da Holly e Benji Story,
servizio pubblicato sui DVD della serie Holly e Benji forever,
2005)
Nel 1987 Valeri Manera ideò e produsse una sorta di versione primaverile di
Fivelandia dal titolo Cristina D'Avena con i tuoi amici in TV, una compilation, che prosegue ancora oggi, nata con l’obiettivo di raccogliere la sempre crescente quantità di sigle delle serie in onda sulle reti Fininvest.
Nello stesso anno Valeri Manera curò una nuova trasmissione per
bambini
dal titolo Caffelatte che fu lanciata nella mattina di Canale
5 e di cui Valeri Manera scrisse il testo della sigla firmata
Martelli.
Una volta conclusasi l'avventura dei Bee Hive, con la fine dei telefilm di
Licia, Valeri Manera ebbe l'idea di sfruttare la voce di Vincenzo Draghi per un progetto discografico esterno ai personaggi della serie. L'idea era quella di produrre un disco, con le musiche di Carmelo Carucci, già compositore della colonna sonora del telefilm, con lo scopo di far conoscere il nome di Vincenzo Draghi al grande pubblico. Valeri Manera scrisse così le parole della canzone
Bambina donna sei, ma questo fu l'unico pezzo scritto per l'album, progetto rimasto nel cassetto e mai portato a termine.
Dal 1988, e fino al 1994, Valeri Manera scrisse i testi
per la colonna sonora di alcune raccolte di cartoni
fiabeschi pubblicati in videocassetta: Storie e
Cartoni in TV, Mille e una fiaba e
Fiabissime. Per i testi di quest'ultima collana
decise di firmarsi con lo pseudonimo
Tippete. Col maestro Silvio Amato, invece, Valeri
Manera si occupò di creare la colonna sonora del cartone
animato italo-nipponico Calimero.
Nei primi anni '90, grazie ad un accordo tra Reteitalia
(Gruppo Fininvest) e Fuji TV, nacque una co-produzione relativa ad
alcune serie animate, di cui Valeri Manera fu l'autrice dell'idea
originale; tra queste spicca il nome della serie animata a sfondo
calcistico Forza Campioni.
Nel 1992 Valeri Manera curò un nuovo programma per bambini, dal
titolo Cantiamo con Cristina, una trasmissione musicale in
onda la domenica sera su Italia Uno che vedeva il giovane pubblico
in studio cimentarsi in gare di karaoke basate sulle sigle dei
cartoni più in voga del momento. Sulla scia del programma furono
pubblicate 4 videocassette la cui direzione artistica fu curata da
Valeri Manera: si trattava di una raccolta di videosigle in stile
karaoke disegnato e realizzato con effetti di grande qualità e
intervallate da alcune simpatiche scenette.
Proprio nello stesso anno, la struttura storica della fascia ragazzi
gestita da Valeri Manera fu pesantemente alterata dalla Legge n. 223
del 6 Agosto 1990 (meglio conosciuta come Legge Mammì)
che la costrinse a rinunciare allo spazio che da ormai 10 anni
occupava nell'access-prime time, tra le 20:00 e le 20:30.
« E' stata una forte mazzata che rischia
addirittura di cancellare questo tipo di trasmissioni. Il primo
effetto visibile è stato il fatto che abbiamo dovuto rinunciare a
trasmettere cartoni animati nella fascia 20:00-20:30, per la quale
avevo molto combattuto. La trasmissione serale ha infatti consentito
a tanti scettici di capire che anche questo tipo di prodotto, spesso
considerato secondario, può attirare un'audience vasta e
qualificata. Il secondo effetto è che col tempo diventerà possibile
una ulteriore riduzione della fascia ragazzi. Questa legge è stata
ideata per proteggere i bambini da una televisione cattiva, ma in
realtà rischia di ottenere l'effetto contrario perché le tv
commerciali potrebbero dover diminuire drasticamente il budget dei
programmi per ragazzi o addirittura cancellarli del tutto dai
palinsesti. Con queste premesse c'è il pericolo che i bambini si
trovino in futuro senza più programmi adatti a loro. L'impossibilità
di inserire spazi pubblicitari all'interno del cartone animato ha
reso impossibile la trasmissione di lungometraggi di animazione. »
( A.
V. Manera, intervista tratta dalla
rivista
Mangazine, 1993)
Nel 1994 Valeri Manera curò, in collaborazione con
Massimo Dorati e, tra gli altri, Daniele Demma, uno
special intitolato
L’Isola del Tesoro, parodia musicale dell’omonimo romanzo
interpretata da bambini e ragazzi dai 5 ai 13 anni, che
andò in onda in prima serata su Canale 5. Nello stesso
anno Valeri Manera collaborò con la rivista LiBeR,
trimestrale di informazione bibliografica sui libri per
bambini e ragazzi, scrivendo il saggio
Pippi Calzelunghe: Sola, ma me la cavo sempre. Sempre
nel '94 Valeri Manera tornò a collaborare con
Massimiliano Pani, con il quale aveva scritto negli anni
precedenti numerosi pezzi per l'animazione televisiva.
Questa
volta però la collaborazione nacque per scrivere un
pezzo di Mina, madre di Massimiliano, che da lì a
poco avrebbe lanciato l'album Canarino Mannaro. Il disco di Mina
necessitava di un pezzo ironico, così il maestro Pani
propose a Valeri Manera di ripescare una canzone scritta
6 anni prima per Cristina D'Avena: si trattava del brano
Sempre attento al regolamento, scritto da Valeri
Manera e musicato da Pani nel 1988, pubblicato
nell'album Palla al centro per Rudy. Il brano di
Cristina D'Avena, originariamente a tema calcistico, si
prestava particolarmente bene ad un giochino adatto al
disco di Mina, così fu riarrangiato, il testo riscritto
da Valeri Manera in collaborazione con Alberto De
Martini e il brano, ricantato da Mina, fu pubblicato
all'interno del suo album con il titolo Tu dimmi che
città. Anche in questo caso Valeri Manera si firmò
Tippete.
Dal
1996 Valeri Manera passò a curare una nuova trasmissione per bambini in onda su Retequattro
dal titolo Game Boat, contenitore del preserale con giochi e
cartoni animati. Game Boat, condotto alternativamente da Cristina
D'Avena e il famoso doppiatore ed amico Pietro Ubaldi, vide la sua
fine nel 1999, quando ormai la tv generalista
aveva finito di offrire al pubblico programmi per ragazzi.
Nel 2001 Valeri Manera, che, fino alla fine, seppe offrire al
giovane pubblico una scelta quanto mai vasta di prodotti di qualità
sebbene la Legge Mammì
avesse causato una forte diminuzione del budget riservato ai
programmi per ragazzi, lasciò il posto di capostruttura della fascia
ragazzi Mediaset, che fu preso dal giovane Fabrizio Margaria, mentre
Paolo Paltrinieri divenne il nuovo produttore musicale di Cristina
D'Avena e di tutte le sigle per i cartoni animati di Italia Uno.
« L'organizzazione in queste cose era molto
precisa, perché la struttura di Alessandra Valeri Manera era una
struttura molto attenta anche all'organizzazione, noi arrivavamo con
tutto il lavoro pronto la mattina, dovevamo registrare e già al
pomeriggio, ad esempio, avevamo le convocazioni dei musicisti,
arrivava prima magari il chitarrista o il bassista, facevamo prima
le parti musicali strumentali, dopodiché arrivava Cristina alle
14:30 e lei era un fenomeno, in 10 minuti era capace di memorizzare
una canzone e questa è una cosa difficilissima, e riusciva già a
dare uno spirito alla canzone, il tipico stile Cristina D'Avena, che
credo rimarrà nella storia, che tutti cercano di imitare, però alla
fine aveva questo modo fanciullesco che rendeva tutto un cartone
animato. Verso le 16 (...) arrivavano i coristi, i Piccoli Cantori
di Milano, con Laura Marcora e si faceva il lavoro dei cori che era
anche lì molto importante perché ci tenevano, quindi veniva tutto
scandito con un ordine abbastanza preciso.
C'era, quando cantava Cristina, sempre
Alessandra Valeri Manera che seguiva il canto in maniera
particolare, stavano molto attenti alle parole, alla dizione, mi
ricordo che Cristina veniva sempre in studio con un dizionario per
stare attenta: una grande professionalità, erano molto attenti.
(...) Era un lavoro divertente, perché poi alla fine le canzoni
erano belle, io me lo ricordo molto positivamente quel periodo, un
bel periodo. »
(Valeriano Chiaravalle, musicista e
collaboratore, intervista tratta da Holly e Benji Story,
servizio pubblicato sui DVD della serie
Holly e Benji forever, 2005)
Poco prima di lasciare il suo posto di responsabile della tv dei
ragazzi di Italia Uno, Valeri Manera ebbe l'accortezza di stabilire
una fascia notturna (richiesta a gran voce dagli appassionati) per
trasmettere quelle serie animate dirette ad un pubblico più adulto
che non potevano trovare posto in fascia protetta. Prerogativa della
tv dei ragazzi di Valeri Manera, infatti, fu sempre quella di
offrire cartoni animati dal target vario che rispondessero ai gusti
e alle esigenze del vasto pubblico, contro l'opinione italiana
comune che vede il cartone animato come un prodotto esclusivo per
bambini.
« In Italia il cartone animato è considerato
solo come un intrattenimento per bambini e con queste premesse
pensare a un prodotto per un pubblico adulto è prematuro, (...)
perché in Italia non c'è la cultura per farlo e neppure l'interesse.
Un esempio per tutti, anche se non è un cartone animato, è il
Muppet Show: andò malissimo in Italia, nonostante l'incredibile
successo all'estero, perché tutti erano convinti che fosse un
programma per bambini. Non lo era affatto, ma siccome c'erano i
pupazzi gli adulti non lo guardavano; al contrario ai bambini non
interessava perché i contenuti e la sceneggiatura erano per loro
incomprensibili, in quanto erano per gli adulti, quindi è rimasto
come esempio classico di un prodotto di buona qualità che però non
ha avuto il meritato successo. Oggi come oggi penso che sia
piuttosto difficile creare in Italia una coscienza simile a quella
giapponese, soprattutto perché ci sono dei preconcetti negativi da
parte degli adulti nei confronti di prodotti provenienti dal
Giappone. Io personalmente apprezzo molto i cartoni nipponici e
ammiro il modo di lavorare degli animatori giapponesi e asiatici.
(...) Con buone basi economiche sanno fare cose splendide, anche
migliori di tanti altri studi di animazione occidentale molto più
stimati. Non è un caso per esempio che la Disney usi molti studi di
animazione asiatici per le sue serie televisive. Questa è anche una
prova della grande capacità dei giapponesi di adattarsi a ogni tipo
di soluzione e cultura, con molta naturalezza e professionalità. »
( A.
V. Manera, intervista tratta dalla
rivista
Mangazine, 1993)
« Purtroppo, che piaccia o no, la realtà è
che, oggi come oggi, in Italia il cartone animato è vissuto come un
prodotto per bambini, quindi ci sono le realtà degli appassionati di
manga e così via, però per questo tipo di pubblico, oggi come oggi,
è molto difficile trovare una fascia diversa. »
( A.
V. Manera, intervista radiofonica
trasmessa nella rubrica Suoni e Ultrasuoni di Radio 2, 4
Febbraio 1997)
Questa fascia notturna, ottenuta con difficoltà, ebbe luogo tra il
2000 e il 2001 e offrì la messa in onda degli anime giapponesi I
tanti segreti di un cuore innamorato - Wedding Peach e
Berserk, ma non ebbe seguito poiché, con il cambio di gestione,
la neonata fascia fu abolita, con conseguente riduzione dei prodotti
animati destinati agli adolescenti.
Tuttavia, Valeri Manera continuò a scrivere i testi di tutte le sigle
dei cartoni animati fino al 2003, anno in cui fu pubblicato l'album
monografico dedicato alla serie animata Hamtaro piccoli criceti,
grandi avventure, della quale Valeri Manera scrisse le parole di
tutte le canzoni.
Inoltre, nel 2002 Valeri Manera scrisse, per la prima volta, un
testo in collaborazione con l'interprete di sempre, Cristina
D'Avena, per una canzone dal titolo I colori del cuore,
originariamente destinata ad essere lanciata sul mercato come
singolo, poi mai realizzato.
Nonostante dal 2004 anche altri parolieri scrivano le sigle dei
cartoni animati di Mediaset, Valeri Manera ancora oggi continua a
scrivere i testi di nuove sigle per conto della società Alinvest
Srl, il cui nome è anche lo pseudonimo utilizzato per firmare
diverse sigle nel corso della sua carriera. Tra i suoi ultimi pezzi
ci sono Hamtaro, terza sigla della relativa serie animata,
Le avventure di Piggley Winks, Il ritorno dei Cavalieri dello
Zodiaco e Gormiti che miti.
Note:
bibliografia, sitografia e altre fonti |